un esempio di incisione con pirografia:vegetazione

Pirografare significa riscoprire una tecnica primitiva

I Cabili, i Touaregs, i popoli dell'Europa Centrale e dell'America del Sud decorano con incisioni i loro vasellami, i loro oggetti ed i loro idoli. Un tempo la pirografia era una tecnica essenziale; si scavavano persino le piroghe col fuoco, e durante il Medio Evo si incideva il legno allo stesso modo. Questa tecnica era pure una forma di arte grafica: Albert Durer ha pirografato sul legno. In seguito, in Occidente, la pirografia è stata sfruttata unicamente come mezzo per imprimere marchi a fuoco su prodotti di largo consumo (turaccioli, su casse ecc.).

La scoperta dell'elettricità nel XX secolo apporta poi una soluzione assai comoda per arroventare lo strumento con cui pirografare; tuttavia, presso di noi, la tradizione non esiste quasi più, o meglio, si è persa e ciò perchè, per ragioni di limiti creativi e di moda commerciale, è stata ridotta prevalentemente ad un mezzo decorativo per ottenere delle imitazioni, delle copie in serie (oggetti di souvenir, utensili d'uso domestico quanto mai inflazionati). Tuttavia la pirografia merita d'essere ripresa come attività creativa e deve essere considerata senz'altro un'arte, un mezzo d'espressione come tutte le altre discipline grafiche, basta che venga impiegata per dar vita ad un'opera originale, frutto di uno stimolo interiore da parte di chi l'utilizza.

Caratteristiche del segno pirografato

La pirografia è anche una questione di scala, cioè di punto di vista: da lontano sembra un disegno, da vicino può sembrare un'incisione, quasi un bassorilievo. La luce gioca con delicatezza negli incavi, come sopra ad una medaglia. Il segno risulta differente, secondo il legno lavorato. Con i legni teneri appare più o meno sbavato cioè si estende, e crea tutto intorno una zona bruciacchiata, ed è questo effetto che caratterizza il tratto pirografato. Il calore penetra e si espande nelle fibre dei legno. Al contrario con i legni duri il segno risulta ben inciso, secco, brillante e preciso. La pirografia ammette difficilmente il caso, il tratto è quasi sempre voluto e ben calcolato; richiede un'attenzione sempre viva perchè la fibra dei legno può far "scappare" la mano.

La pirografia è un grafismo: seguendo il gesto che guida lo strumento si ottengono un punto, una linea di punti, dei semi, delle nuvole, si creano degli intagli, delle tracce profonde, dei fondi, saturi, o trasparenti, dei segni iridescenti come un acquarello, come dei tratti d'inchiostro su un foglio di carta inumidito. Ma la pirografia è anche colorazione del legno che si tinge per effetto dei calore, offrendo un piacere di creare alla portata di tutti. La pirografia è un'arte antica, ma le sue particolari caratteristiche la rendono moderna.

un esempio di incisione con pirografia:fiore

I pirografi e gli attrezzi per la pirografia

Il pirografo

è un apparecchio elettrico che converte la corrente elettrica di rete normale, pericolosa, in corrente a bassa tensione, utilizzabile anche dai bambini perchè non può produrre danno. Vi è allacciata una piccola cannuccia sulla quale si inserisce una punta intercambiabile (variabile come forma e dimensione, a seconda dell'utilizzo grafico specifico) munita di filamento che, arroventandosi, brucia ed incide il legno.

Le punte

Si dividono generalmente in 2 classi: quelle costituite da un segno semplice e quelle che invece imprimono un segno geometrico come un circolo o un triangolo. Vediamone alcune: Universale può sostituirsi a tutti i tipi di punta. Tratto affilato per linee sottili. A cono per punti tondi e di diametro variabile. Piatta per un segno fine o, se usata di taglio, per segni più spessi. Scivola bene sul legno morbido. A sfera per punti regolari e profondi. A coltello è l'ideale per tratteggi. A forchetta per riprodurre linee parallele. Per brunire per fondi uniformi o chiazzati (es. effetti di nuvole).

I legni

Tutti i tipi di legno possono essere pirografati ma le loro caratteristiche specifiche influenzeranno sia il tratto che la tecnica che si intende utilizzare: con i legni teneri il segno apparirà più o meno sfumato poichè il calore della punta tenderà a espandersi nelle fibre; con i legni duri, invece, il tratto risulterà più secco e preciso ma richiederà un maggiore controllo della punta. L'abete alterna parti tenere e dure, è l'ideale per grafismi molto irregolari. L'acero è molto duro e consente quindi lavori molto precisi. Il castagno è poco resistente e poroso ma molto facile da lavorare. Il ciliegio si lavora bene ma tende ad incurvarsi. Il frassino presenta venature molto "capricciose" e non permette quindi lavori che richiedono molta precisione. Il mogano, visto il tono molto scuro che lo caratterizza, è ideale per una pirografia poco contrastata. Il noce presenta una levigatura ottimale e non si incurva.

Tratto da "Pirografia arte e tecnica" di B. Havez / J.C. Varlet


Personalmente utilizzo supporti lignei "in massello" (non precomposti in commercio), specialmente quelli vissuti, riciclati, con "difetti" dati da usura. Ritengo tali "nei" un arricchimento, una storia che si amalgama con il tratto grafico creando textures che danno vita all'elaborazione. A volte è la stessa forma della tavola a suggerire il soggetto, come si puo' vedere da parecchie opere presenti nelle gallerie "Aquile sulle montagne" o "Il bosco"..